leader tra un vecchio “doroteo pci” ed un vecchio “dc doroteo” corrisponde al circo mediatico che avvolge, imprigiona questa Calabria, non ai bisogni disperati di una Regione che è davvero smarrita.
La CALABRIA è condannata a rimanere,da questa classe politica, sempre in mezzo al guado, ed il suo destino dipenderà solo dalla capacità della sua gente e della volontà di sapersi e potersi ribellare alle angherie, ai soprusi delle lobbies di ieri e di oggi; regione in cui resiste un po’ di famiglia,un po’ di tenacia creativa individuale di modesti operatori; per il resto il deserto delle regole, la regione da fregare,gli immigrati da sfruttare (Rosarno) di giorno e da eliminare la notte condannandoli all’invisibilità; regione divorata dal cinismo delle lobbies del potere politico, a cascata anche di molti della cosiddetta società civile in cui emergono: palazzinari, colletti bianchi, piccoli e grandi mariuoli di …..polli ,ma soprattutto una forte e invasiva criminalità; regione per vecchi e non per giovani, condannati a non avere più lavoro né futuro; regione farisaica, dalla doppia e anche tripla morale: di” cattolici domenicali” incapaci di rappresentare la Parola del Signore e trasmettere un Vangelo riflettuto, meditato, assimilato; di laici invisibili incapaci di operare per una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore e di esprimersi con un peso,non fraudolentemente numerico, ma, finalmente, culturale, sociale e politico; regione che ha dimenticato le sue nobili figure di intellettuali dalla ricca spiritualità che, tra l’800 e il 900,animarono veri focolai di cultura laica,aprendola al più largo respiro nazionale e che, nel suo diffuso liberalismo laico, vantava una incisiva presenza anche la Massoneria, determinante non per la sua presenza numerica, che oggi viene esaltata, ma per la “ qualità “dei suoi fratelli; regione alla quale, oggi, dalla sua classe dirigente politica le viene proposta l’utilità economica (sic!) di un “ponte” che si tradurrà in un regalo alla mafia siciliana ed alle ndrine calabresi e che ancora nulla di nuovo,però, sa proporre per un vero, realizzabile progetto di sviluppo : cultura , sanità, legalità, turismo, agricoltura, artigianato, nucleare (sic!!) ed energie rinnovabili; regione a cui manca il coraggio di chiamare in giudizio ANAS e TRENITALIA per la difesa del proprio sviluppo e della propria economia; Allora ? Solo i calabresi, questo popolo, potrà decidere se fare di questa regione un enorme laboratorio a cielo aperto,prendendosi cura solo di sé e del suo interesse , o, se cominciare, scacciando tutto il “vecchio”, a comportarsi come un “giardiniere” che, al di là e prima di ogni intervento,ama le sue piante ed ha cura del tutto.
I calabresi, attendono queste risposte dal neo eletto governatore!
Noi continueremo a sollecitarlo,-con questi nostri mezzi e con quanti vorranno unirsi a noi-, sino alla noia giacchè le sue idee-programmatiche hanno un solo modo per farsi comprendere: non le parole, ma, la predisposizione di un bilancio di “vera” programmazione con la necessaria copertura finanziaria di ogni attività e progetto che si vorrà indicare, fuori dalla logica degli interventi a pioggia: clientelari, paternalistici, parassitari che sin’ora la Calabria ha dovuto subire.

============================ Sergio Scarpino     scarpinos@alice.it

(ogni commento, inviato a e-mail scarpinos@alice.it: propositivo, critico o alternativo ,sarà pubblicato)

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CALABRIA

Una Regione ed una politica smarriti

“Sappiamo a mala pena trattare con quelli che sono quasi una replica di noi stessi. Siamo diventati terribilmente incapaci di sopportare che ci siano uomini distinti da noi:E per colmare questo vuoto si è inventata la tolleranza: Ma la “tolleranza“ non è comprensione né tratto adeguato, è semplicemente mantenere a distanza –rispettosamente certo – ciò con cui non si sa trattare.( M. Zambrano -“per una storia della pietà”, 1989).

CALABRIA: un diverso pianeta rispetto al resto d’Italia, dove si odono solo muggiti dei due partiti: PDL e PD entrambi figli di una vecchia classe politica “dorotea” di destra e di sinistra.

Il quadro politico emerso dopo le ultime elezioni regionali è di difficile decifrazione: una destra ,legata alle ambizioni politiche del suo “capo universale (?)”, millantatore di un meridionalismo a lui sconosciuto, che,per la difesa dei propri interessi,porta a far “allargare” ulteriormente la forbice nord-sud, sottomesso e succube della politica secessionista,razzista padanbossiani, ed una pseudo-sinistra litigiosa, impreparata, clientelare, altrettanto populista assolutamente incapace di offrire unaproposta alternativa alla maggioranza,che continua a farsi male da sola nel riprovevole e maldestro duello Bova-Loiero. In realtà più di un leader, che non c’è all’orizzonte, la sinistra avrebbe bisogno di radicarsi, di ringiovanirsi, non per discendenze familiari,di dar senso e corpo ad un vero progetto per la Calabria che,in mancanza di idee, potrebbe copiare dalle indicazioni programmatiche del primo Presidente della Regione : prof: Guarasci. Continuare a bloccarsi sul fare o non fare,scegliere o non scegliere un